Una storia assurda dopo oltre un anno di emergenza ritrovarsi cosi
Qualche giorno fa ricevo un messaggio, come spesso capita, in cui mi accorgo dentro ci sia una storia nel momento in cui lo apro. Il primo pensiero è stato, eccone un altro che scrive scrive e sarà pesante anche dare una giustificazione al perché no. Invece, purtroppo, dopo averlo letto quel messaggio, decido di condividere con voi il contenuto.
“Mio Fratello Covid positivo (33 anni) era in isolamento domiciliare, per l’evolversi della sintomatologia,
Ieri, nel tardo pomeriggio, in accordo con il medico curante, abbiamo chiamato il 118.
È stato portato al pronto soccorso Covid dell’ospedale Spaziani di Frosinone
Arrivo in pronto soccorso ore 20 circa.
È stato “parcheggiato” in una stanza dove c’era un solo letto già utilizzato da un paziente precedente per cui è rimasto sulla sedia debilitato e sofferente.
Alle 23:30/00:00 hanno eseguito prelievo ematico e Tac.
Alle 3.00 grazie a un mio ex collega infermiere ho avuto il referto della tac (diagnosi di polmonite)
Nel frattempo a mio fratello non è stato comunicato nulla (lo ha saputo da me).
Lo hanno abbandonato in stanza senza bere, senza, mangiare, stava morendo di freddo, ha chiesto un cuscino e una coperta che non gli sono stati forniti ma cosa più grave non gli hanno somministrato alcuna terapia ( lui a domicilio era già in cura con cortisone, antibiotico ed eparina) non ha chiuso occhio tutta la notte e per un paziente Covid il riposo fa la differenza.
Si sono presentati nella sua stanza solo questa mattina alle 8 per comunicargli la diagnosi e trasferirlo in reparto.
In tutto ciò è stato trattato con sarcasmo da operatori in quanto mio fratello non è vaccinato e molto probabilmente questo trattamento è stato dovuto a questo: una sorta di te la sei cercata ora soffri.
Tutto ciò va contro i diritti del malato e lo dico a ragion veduta, essendo laureata in infermieristica.
C’è un codice deontologico da seguire che recita che al di là di razze, etnie, scelte politiche ed economiche chiunque debba essere assistito allo stesso modo.
In tanti anni di professione esercitata da infermiera non ho mai trattato in questo modo un mio paziente.. Mai!!!!
È come dire a una persona fumatrice malata di tumore ” io non ti curo allo stesso modo e tu per me devi soffrire perché il tumore te lo sei cercato fumando.”
Detto ciò esiste un limite: nessuno ha il diritto di giudicare una persona non vaccinata.
Tu non sai perché quella persona non è vaccinata, non sai se ha qualche patologia o se semplicemente non è vaccinata perché ha semplicemente paura.
Magari crede nell’utilita del vaccino ma ha paura delle controindicazioni.
In questo caso nello specifico mio fratello non è un NO VAX infatti ha fatto diversi vaccini nel corso degli anni.
Il vaccino anti-covid non lo aveva ancora fatto semplicemente perché non era convinto e stava prendendo tempo….
Quello che è accaduto questa notte è grave, c’è stata una totale mancanza dei diritti del malato e io voglio che non accada più….
Nessuno deve soffrire così….nessun paziente e nessun familiare.
Credetemi, è stata una nottata terribile per mio fratello ma anche per mio padre, per mia sorella e per me che a distanza assistevamo impotenti a tale comportamento.
Un paziente malato non viene abbandonato a se stesso al freddo e senza terapia a maggior ragione un paziente con polmonite covid dove abbiamo imparato quanta differenza fa la precocità delle cure”
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